Regia: Chiara Brambilla
Coproduzione: La société des Apaches (Francia)
Durata: lungometraggio
Paese: Italia/Francia
Anno: in lavorazione

2024, Milano. In un freddo giorno d’inverno guido senza sosta né meta per le strade della città, finché l’inaspettata visione della Grigna mi cattura, costringendomi a ritornare a 4 anni fa, quando nelle foreste la mia vita è cambiata per sempre. Il tempo dei lupi inizia con gli archivi filmati nel marzo del 2020 in un villaggio alpino: avevo 38 anni e, mentre l’Italia affrontava la pandemia, cercavo di tenere insieme i pezzi della mia vita. Avevo appena vissuto il mio terzo aborto involontario e, oscillando costantemente nel desiderio di maternità, mi chiedevo angosciosamente cosa stesse succedendo nel mio corpo.
In quei giorni feci una scoperta imprevista, preludio di tutto il mio percorso: durante una uscita nel bosco io e il mio compagno Juan ci imbattemmo nel corpo di un capriolo che, con una voragine nel ventre, giaceva senza vita. Inseguendo le fantasie del lupo iniziarono le mie esplorazioni nella foresta. Con la guida sensibile del mio cane imparai a cogliere e a interpretare i segni che i selvatici lasciavano nel bosco, filmando quello che prima mi risultava invisibile. Riguardando oggi questi materiali mi rendo conto che il bosco ha rappresentato per me un luogo fondamentale di ricerca, una connessione con le mie parti più recondite. Queste scoperte mi spingono a cercare nei miei archivi filmici ventennali le trame biografiche che segnano gli inizi della fantasia materna fino alla sua definizione. Come si sceglie di diventare madri, come si legge un desiderio?  Nel 2021 nasce mio figlio Olmo. Il parto è un’esperienza selvaggia e animalesca. Il suo primo anno di vita è caotico. I bisogni elementari di Olmo mi travolgono in una spirale di fatica fisica e asfissia progettuale. Se prima la priorità era essere madre, ora il problema è come esserlo. L’inforestamento, che teorizza Baptiste Morizot in “Sulla pista animale”, si trasforma nuovamente in un processo di crescita, questa volta condivisa con mio figlio, che mi consente finalmente di immaginarmi madre.

Chiara Brambilla è una regista e sceneggiatrice. Ha esordito come regista nel 2006 con il documentario Casa Plastica. Nel 2008 vince all’Anteprima Doc Festival di Bellaria con il film Zio Sem e il Sogno Bosniaco. Ha vinto il premio alla scrittura MIBACT 2019 con il progetto di film documentario Mondo Sommerso. Gli ultimi suoi film lungometraggi sono Divine 2010 e Sciare in salita 2017.

Regia: Chiara Brambilla
Coproduzione: La société des Apaches (Francia)
Durata: lungometraggio
Paese: Italia/Francia
Anno: in lavorazione